Il dolore: perchè se cronicizza sono guai

Quando ci si rivolge al fisioterapista, nell’80% dei casi lo si fa a causa del dolore, divenuto ormai insopportabile.
Il dolore è un sintomo molto complesso, non è il mio intento quello di farti una lezione di neurofisiologia del dolore e potrai trovare delle ottime fonti on-line di approfondimento, ecco perché andrò dritto al punto parlandoti di 2 tipi di dolore e spiegandoti il perchè, se stai stai consumando farmaci per placare un dolore acuto muscolo-scheletrico, che sta andando avanti da giorni (più di 72 ore), non è il caso rimandare il tuo appuntamento col fisioterapista: le possibilità di risoluzione definitiva del sintomo dolore, infatti, sono tanto più alte quanto prima si interviene, con appropriate strategie fisioterapiche.
Osserviamo quindi questi 2 tipi di dolore.
- Il dolore acuto (quando è insorto da pochi giorni o settimane): è il campanello d’allarme (un meccanismo protettivo) di qualcosa che non sta funzionando come dovrebbe, puoi pensare ad una spia di pericolo dell’auto che si accende: ad esempio quella delle cinture di sicurezza non allacciate; in questo caso il problema non è la spia che si accende ma il comportamento dell’automobilista, che lo espone a dei pericoli maggiori in caso di incidente. Basterà allacciare le cinture e si spegnerà. Nel caso del nostro apparato locomotore il dolore, ci sta principalmente informando che c’è una disfunzione analitica o globale di movimento, che può danneggiare uno più tessuti. Ed è proprio la stimolazione dei nocicettori (recettori del dolore) causata dalla disfunzione, ad essere correlata maggiormente al tuo dolore. In questi casi, diciamo che il dolore ha una componente predominante nocicettiva.
- Il dolore cronico (quando dopo essere insorto diventa costante nell’arco di mesi). In questo caso il dolore perde le sue caratteristiche di sintomo, per diventare progressivamente malattia a sé stante; questo accade attraverso meccanismi di sensibilizzazione periferica e di sensibilizzazione centrale. Ritornando all’esempio dell’auto, pensa al sistema elettrico che va in cortocircuito e inizia a farti accendere e spegnere le spie senza alcun motivo. Magari c’è anche qualcosa che nell’auto non funziona ma non ci è dato di capire cosa, vista la scarsa attendibilità del sistema.
So già ora cosa starai pensando
“Va bene Raffaele ma qual è il problema? Nella macchina faccio riparare l’impianto elettrico, non si può risolvere velocemente anche il dolore cronico?”
No purtroppo. Quando si parla di dolore cronico le cose si complicano terribilmente.
Infatti il dolore cronico comporta una vera e propria modificazione del sistema nervoso centrale e periferico, ma non solo: vengono a generarsi meccanismi psicologici protettivi che rendono ancora più ardua la battaglia contro di esso. Oggigiorno il dolore cronico spinale (lombalgia cronica, cervicalgia cronica) viene trattato tramite molteplici strategie che consentano di ridurlo progressivamente. Ma i tempi sono lunghi, a volte mesi, altre volte anni, anche solo per ridurre del 30% 40% la sintomatologia esperita.
Per noi fisioterapisti la sfida dolore cronico è molto ardua. Da un lato la comprensione totale del fenomeno non è del tutto chiara, anche perchè, in questi casi, le componenti di dolore (ammesso che sia utile suddividerle) sono tante e fattori biologici, psicologici e sociali vanno a mescolarsi a tal punto da renderne difficile l’interpretazione stessa da parte del fisioterapista.
Sappiamo che l’esposizione graduale e progressiva all’esercizio migliora significativamente il dolore cronico, ma l’aderenza del paziente ai programmi riabilitativi tende a ridursi; quando c’è una cronicizzazione, infatti, la sfiducia e lo sconforto potranno ostacolare il percorso di miglioramento.
Quindi non è mai troppo presto agire contro il dolore, in maniera specifica.
Ridurre parzialmente i sintomi, con i farmaci da banco, ti farà solo perdere tempo prezioso nella battaglia per non far cronicizzare i sintomi.
NON E’ QUINDI IL CASO DI ASPETTARE.
Dott. Raffaele Tafanelli, fisioterapista, iscritto all’albo
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Una risposta.
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