Le macchinette non risolveranno il tuo disturbo

Le macchinette non risolveranno il tuo disturbo

8 Luglio 2019 San Severo, Fisioterapia Senza categoria 1
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La strumentale si rinnova sempre. Quest’aggeggio prometteva il dimagrimento localizzato. Un giorno rideremo delle varie macchinette degli studi fisioterapici come ridiamo di questa foto

Sì hai capito bene: le macchinette che ti vendono non risolveranno nulla. Possono servire, in casi estremamente selezionati, come trattamento complementare ma, di per sé, non aggiungono valore anzi hanno la funzione opposta; nascondere l’ignoranza del fisioterapista circa uno specifico disturbo. Questo è del resto il segreto di pulcinella di cui molti agenti di vendita della strumentale si servono per vendere le macchinette. La formula della loro vendita è più o meno questa: Il dispositivo Taldetali è efficace in più di 150 patologie (naturalmente non citano alcuno studio serio) che tradotto significa: “non preoccuparti di essere ignorante circa un disturbo, attaccagli la macchinetta e passa la paura”.

Ma partiamo da prinicipio. Quando ho iniziato il mio corso di laurea in fisioterapia ero letteralmente entusiasta della terapia strumentale. Mi sembrava che ogni fisioterapista avesse a disposizione un arsenale da guerra, per combattere contro i fastidiosi sintomi che il paziente accusava.  E del resto c’erano diversi libri, che esaltavano le fantomatiche proprietà terapeutiche di quelle che ora chiamo “macchinette”. Tutte le realtà ambulatoriali ospedaliere italiane le usano, i medici specialisti le prescrivono tuttora, gli studi privati se ne servono ma sulla base di cosa? Su quali evidenze? Consultando la letteratura seria, se si escludono poche applicazioni che hanno fornito risultati di comprovata efficacia, sul nulla….

E del resto, anche i loro nomi fighi mi attraevano un sacco: diatermia, trasfermimento energetico capacitivo e bla bla bla, ipertermia computerizzata termostatizzata, laser, crioterapia + pressoterapia, crioultrasuonoterapia. Sembrava roba da guerre stellari, ma i risultati sui pazienti erano davvero stellari? 

Come pure i presunti effetti: biostimolante, analgesico, antinfiammatorio ecc,  ripeto roba da Star Wars.

D’altra parte, un po’ di cose iniziavano a puzzarmi già al secondo anno del corso di fisioterapia:

  1. Perché i pazienti ritornavano ciclicamente a farsi sempre le stesse terapie e mai nessuno faceva cadere miracoli sulle macchinette, ma sui fisioterapisti che li avevano presi in cura senza servirsi di dispositivi di strumentale, a volte, sì?
  2. Perché la lobby medica (in Italia così potente) non ha sottratto la strumentale ai fisioterapisti, visti i risultati sorprendenti? Sarebbe stato facile, sarebbe bastato stabilire che l’erogazione di mezzi fisici è un atto invasivo e pertanto medico. E del resto con alcuni dispositivi le ustioni e le reazioni avverse sono all’ordine del giorno. E allo stesso tempo: Perché ortopedici, fisiatri e medici di base non erogano terapia strumentale ma la prescrivono solo? Strano vero? Un qualsiasi medico può giuridicamente erogare tutte le prestazioni fisioterapiche possibili e immaginabili (e del resto accade con la rieducazione posturale, con le manovre di terapia manuale e con tante altre branche della fisioterapia) e perderebbe la ghiotta opportunità di costruirsi il suo laboratorio di strumentale, sapendo che potrebbe essere il dio in terra dei propri pazienti trattandoli di persona? La verità è che sanno già che i risultati saranno scarsi, quindi preferiscono che ci sia un tecnico ad erogare cicli di macchinette: il fisioterapista. In questo modo potranno dire che il povero fisioterapista non ha adottato la potenza giusta, i tempi giusti ecc. oppure diranno, rullo di tamburi…. “Deve fare un altro ciclo, i risultati si vedono col tempo”.
  3. E Perchè ogni macchinetta viene progressivamente soppiantata nel giro di un decennio? Come mai? Perchè non utilizzare più un dispositivo che fa miracoli?

La realtà nuda e cruda è che:

  1. i risultati di gran parte della terapia strumentale non sono superiori al placebo, basterebbe studiarsi un po’ di letteratura su Pubmed, la bibbia delle pubblicazioni in medicina. A volte non sono presenti neanche studi sui dispositivi venduti, se non quelli presentati dalle ditte produttrici.
  2.  il business che è nato si autoalimenta, grazie ad aziende ferrate sotto il profilo marketing e a fisioterapisti che vogliono coprire la propria impreparazione con una fantomatica ampia gamma di disturbi che questi dispositivi, a detta degli agenti di vendita degli stessi (come chiedere al pescivendolo se il pesce che vende è fresco) tratterebbero.
  3. tuttora che il fisioterapista ha investito in strumentale, per decine di migliaia di euro, dovrà ripagarsi per lo meno il costo dei dispositivi, quindi non verrà mai a patti con le evidenze scientifiche ed, essendo giuridicamente legittimato ad erogare strumentale, continuerà ad erogarla mescolandola a terapie dalla comprovata efficacia medica.
  4. Nelle realtà ambulatoriali ospedaliere italiane non verrà mai eliminata, perché permette l’automatizzazione dei processi produttivi e quindi di trattare il maggior numero di pazienti con un solo fisioterapista che “attacca e stacca” dispositivi manco fosse un tecnico. Allo stesso modo il business di uno studio può crescere con la strumentale, visto che con pochi dispositivi è possibile trattare (o non trattare?) fino a 10 pazienti nella stessa ora. Bastano anche solo 10 miserabili euro a prestazione e in un ora si mettono in cassa 100 euro.
  5. I massimi esperti mondiali in fisioterapia non si sono mai serviti di terapia strumentale e questo la dice lunga.

Ad oggi le ricerche sottolineano l’efficacia di queste 3 misure nella maggiorparte dei disturbi neuro-muscolo-scheletrici, in quest’ordine:

1. esercizio terapeutico sulla base delle alterazioni riscontrate alla diagnosi funzionale fisioterapica

2. consulenza e specifica formazione appropriate al caso clinico

3. manovre passive codificate di terapia manuale e metodiche attive o attivo-assistite di trattamento.

Il resto è fuffa venduta a buon prezzo a gente demotivata, rassegnata al proprio destino di paziente cronico che salta da un ciclo all’altro, senza aspettarsi  granché.

Dott. Raffaele Tafanelli, Fisioterapista.

 

 

 

 

 

Una risposta.

  1. Gaetana la torre ha detto:

    Sono pienamente d’accordo
    Condivido pienamente per esperienza vissuta.
    Garantisco.

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