Crampi? Meglio l’acqua dei sottaceti delle bevande idrosaline.

Crampi? Meglio l’acqua dei sottaceti delle bevande idrosaline.

1 Dicembre 2019 Senza categoria 0

Canva - Clear Pickle Jar

Il classico crampo al polpaccio compromette spesso la performance atletica determinando la sospensione dell’attività, per il dolore acuto e trafittivo e i conseguenti spasmi muscolari che l’atleta sperimenta. Chi li ha provati magari non conosce la definizione di crampo ma il dolore sì, è indimenticabile.

Noi clinici -medici sportivi, fisioterapisti, laureati in scienze motorie e personal trainer- non possiamo far altro che allungare il muscolo dolente dell’atleta (attraverso specifiche manovre statiche o dinamiche) per cercare di “resettare” (termine in realtà poco scientifico questo, ma rende bene l’idea) l’attività eccitatoria anomala e ridurre gli spasmi dolorosi. Una manovra che -a volte- funziona per effetti neuromodulatori veicolati  probabilmente dagli organi muscolotendinei di Golgi.

Ma che cos’è un crampo? Quello che definiamo clinicamente crampo è una contrazione involontaria e asincrona del muscolo striato; varie sono state le teorie proposte, per identificare la causa dei crampi: squilibro elettrolitico, scarsa idratazione, affaticamento muscolare e squilibrio neurofisiologico (centrale o periferico) tra meccanismi eccitatori nervosi e inibitori (teoria questa accreditata da una mole di studi crescenti).

Alcune di queste teorie sono state screditate ampiamente; ad esempio la carenza di sali minerali,  lo squilibrio elettrolitico. Quindi risulta inutile ingurgitare intrugli idrosalini (a base di magnesio, potassio, calcio) sponsorizzati dall’idolo sportivo del momento; magari ci sentiremo fichi come lui, ma questo avrà poco o nessun effetto sulla riduzione del rischio di incappare in un crampo e abbandonare il terreno di gioco.

Sarebbe meglio riscaldarci con gradualità e progressività con esercizi funzionali sport-specifici a bassa-media intensità, per preparare al meglio i muscoli ad una performance ben più intensa.

Ma come provare a salvare la performance senza dover sospendere l’attività se ci prende il crampo?

Un rimedio diventato sempre più popolare, soprattutto tra gli atleti statunitensi è il succo di sottaceti che, secondo chi l’ha sperimentato durante i crampi, ridurrebbe quasi immediatamente i sintomi…

Su Amazon sono addirittura acquistabili preparati a base di “pickle juice” (succo di sottaceti). Occorre tuttavia cautela nell’acquistare questi prodotti, in quanto la composizione dell’intruglio può variare molto e sinceramente non la raccomanderei mai ad un mio paziente.

Ma cosa dice la ricerca sul “succo” di sottaceti ?

Quello che ho scritto finora sembra davvero il consiglio del cugino o dell’amico che non ne capiscono un accidenti e propongono l’intruglio magico che “funziona”. In realtà la letteratura pubmed (qui il link della ricerca reflex inibhition of electrically induced muscle cramps in hypohydrataded humans) è presente da tempo e vengono proposti anche i probabili meccanismi di funzionamento neurofisiologici: 

I sapori forti indurrebbero un’incremento repentino dell’attività vegetativa orofaringea che per via riflessa -e per meccanismi non ancora ben compresi- inibirebbero la depolarizzazione eccessiva (la scarica eccessiva) degli alfamotoneuroni periferici.

Si è visto infatti che i crampi indotti sul flessore breve dell’alluce (attraverso stimolazione percutanea del nervo tibiale)  in pazienti disidratati  durano 49 secondi in meno se il paziente beve l’acqua dei sottaceti (rispetto al gruppo di controllo che beveva acqua senza sali minerali, l’acqua distillata). Questo non è spiegabile attraverso il riequilibrio idrosalino plasmatico perché il tempo tra l’ingestione e il miglioramento è troppo breve.

Tuttavia ulteriori ricerche andrebbero condotte

su masse muscolari più voluminose e non sul flessore breve dell’alluce, anche se in questa ricerca -condotta per altri scopi A Promising Approach to Effectively Reduce Cramp Susceptibility in Human Muscles: A Randomized, Controlled Clinical Trial–  si legge che il famoso pickle juice riduce effettivamente i crampi provocati al polpaccio (il polpaccio è il muscolo dove più frequentemente si va incontro a crampi)

in quanto la maggior parte degli atleti sperimenta crampi spesso ai polpacci o ai flessori della coscia non certo al flessore breve dell’alluce (che è un muscolo piccolo rispetto ai gastrocnemi o ai flessori) e non si sa se gli effetti del succo di sottaceti siano più o meno gli stessi su gruppi muscolari ben più voluminosi.

In altre parole: Gli effetti neurofisiologici modulatori di sapori forti e intensi hanno una qualche efficacia su gruppi muscolari più importanti? Staremo a vedere la ricerca cosa ci dirà in futuro…

No ti sbagli se stai pensando di prendere l’intruglio prima della gara…

Occorre infatti evidenziare che le ricerche attualmente non si sono occupate della pratica di consumare del pickle juice prima della prestazione, in rapporto al rischio di incappare in crampi

Quindi…

Evita di assumerli nel pregara, il rischio crampi non si riduce e un bel mal di stomaco non è proprio l’ideale durante la performance atletica.

Dott. Raffaele Tafanelli, Fisioterapista

 

 

 

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